sabato 22 marzo 2025

“Il riccio innamorato”

 “Il riccio innamorato”

L’essere barbaro può farci allontanare dal mondo intero,
invece l’amore ci rende vulnerabile, ci fa vedere il mondo con altri occhi.
Genere: Fantasy
In un luogo chiamato Amolandia viveva un riccio burbero di nome Ombra, non voleva vedere nessuno, parlare con gli abitanti, diceva di farlo arrabbiare ancora di più, tanto è vero, nessuno le regalava un sorriso, un buongiorno, tanto lui non reagiva, era di continuo chiuso nella sua casetta di legno di ciliegio, aveva tanti hobby, era bravo in tutto, qualsiasi cosa facesse beh, il risultato era super garantito.
Prediligeva coltivare il suo bellissimo orto, e non chiedeva altro, voleva vivere fino ai suoi ultimi giorni così, letteralmente in solitudine.
Ma un bel giorno tutto cambiò, la vita lo mise dinnanzi a una bellissima verità, quello dell’amore, dell’allegria, e del condividere!
Nel paese più bello che ci sia, un bel giorno arrivò Amy Rose.
Tutti gli abitanti ne erano entusiasti, lei era elegante, bella, con quel musetto appunta, e poi quel fiore rosso tra le spine.
Ombra mentre faceva la sua passeggiata pomeridiana, la intravide, quel sorriso, quel fiore tra le spine, non riusciva a capirci più nulla, la sua bellezza era così...insomma da perderci la testa.
È finto che niente vi si avvicinò, e disse per la prima volta in vita sua << buongiorno a tutti>> continuando la sua passeggiata senza mai girarsi, gli abitanti ascoltandolo vi si meravigliarono a tal punto da restarne a bocca aperta, tanto ché Mery Rose chiese << come mai quelle facce, e perché non le avete risposto? Gli abitanti di Amolandia quasi in coro risposero:<< stalle lontano, è un burbero, pensa che non ci ha mai rivolto la parola, un sorriso, un saluto...
Oramai Ombra aveva un solo e unico pensiero fisso, quel profumo, quel sorriso, di fare la sua conoscenza...
Non era in grado più di connettere, ogni istante pensava a quell'essere meraviglioso dal profumo di vaniglia.
Non era più in grado più di creare,
di mangiare di dormire, neppure di curare il suo bellissimo e amatissimo orto.
In un mattino di primavera Ombra si mise davanti allo specchio, e si promise... <<oggi tu conoscerai quella fanciulla che ti ha fatto perdere la testa>>, si lavò, pettinò, e indossò il più bel profumo che avesse, e via alla ricerca di colei che lo aveva fatto impazzire.
Appena uscì di casa, Mery Rose stava passando di lì, scusi, mi scusi, urlò a squarciagola Ombra, ma nulla la riccia andò via senza curarsi minimamente che lui la stesse chiamando.
Trascorsero tanti giorni, mesi, e Ombra era sempre più triste non riusciva a conoscere l’amore della sua vita, (così lo definiva).
Alche steso nel letto iniziò a pensare su cosa fare per attirare l’attenzione di questo meraviglioso fiore,
<<ecco ci sono, mi presenterò dinnanzi casa sua con un meraviglioso fascio di fiori raccolti dal mio giardino, si farò proprio così>> infatti appena l’alba vi si alzò e senza fare colazione, vi si recò in giardino a creare il fascio che le avrebbe portato in dono.
Di don, suonò alla porta di Mery Rose, << chi è?>> <<Buon buongiorno signorina, potrebbe aprire la porta? Sono Ombra abito difronte il suo giardino,
Quando sentì sono Ombra, vi si impaurì e non voleva aprirle, ma poi... <<la prego mi apra volevo solo fare la sua conoscenza>> ma nulla la porta non si apriva e un silenzio assordante vibrava nella mente del povero Ombra, doveva tentare la felicità non poteva obliare, e quando oramai aveva perso le speranze, fece un passo per andare via, e la porta vi si aprì <<grazie, grazie, disse Ombra, questi fiori sono per lei>>.
<<Grazie che meraviglia, e che profumo>> <<mai quanto il suo, rispose Ombra>> <<come dice?>> chiese Mery Rose, <<nulla, non ho detto nulla>>.
Così lo fece accomodare e conversando scoprirono di avere davvero tante passioni in comune.
Per i mesi avvenire si frequentarono ogni giorno, e gli abitanti restarono scioccati, lui che era un bruto, era diventato un angioletto, l’amore ecco cosa fa, disse la signora Lia a una sua amica.
E dopo un lungo anno di risate baci e abbracci, convolarono a nozze, innamorato più che mai Ombra divenne la felicità in persona, aiutava tutti, e tutti impararono a volerle bene!
E quando diventò papà beh, invitò tutti gli abitanti di Amolandia nella sua splendida casa, facendosi conoscere e apprezzare sempre più!
E come nelle favole l’amore tramonta sempre...
Perché nel momento che ci si rende conto che la vita va vissuta in compagnia, bisogna agire,
Innamorarsi è ciò di più bello al mondo, l’amore bisogna annaffiarlo giorno per giorno per vederlo crescere, proprio come si fa con una piantina o il proprio giardino.
Amate sempre, senza remore.
Antonella Miceli ❤
Buona Domenica sera con la mia crostata con confettura di arance. ❤













"La pace dei sensi"

 "La pace dei sensi"

Ci sono attimi, istanti in cui non vorresti ascoltare una voce alcuna, udire i gabbiani con il loro stridio, da fermare il tempo, e poi ritornare nel caos solo quando lo si desidera!
Questo è stare al mare, per trovare se stessi, per riflettere, per rincontrarsi.
Torta realizzata con crema pasticcera, amarene e ricoperta di panna, soggetti in pasta di zucchero!
Antonella Miceli
❤️
Grazie dell'attenzione












❤️

“Molly e quella voglia color cioccolato”

“Molly e quella voglia color cioccolato”
Un’ultima spinta, urlò Genny, e poi un silenzio assordante immobilizzò il villaggio.
La piccola Molly finalmente era venuta al mondo, bella come il sole, luminosa e urlava come se non ci fosse un domani.
Genny l’ostetrica, quando la prese in braccio si accorse sin da subito, che sarebbe stata una bimba speciale…
La voglio vedere, urlò Mimma la mamma, ti prego Genny dammela in braccio, ho atteso nove mesi, ed ora, vorrei conoscerla…
D’accordo rispose Genny, guarda tu stessa che bimba meravigliosa hai concepito,
con le lacrime agli occhi Mimma allungò le braccia per poterla prendere, un’istante, divenne così triste, da non riuscire più a dire una sola parola.
Mimma, Mimma, cos’hai? Le domandò Genny, perché rifiuti la piccola? Perché questa non può essere mia figlia, ma cosa dici, rispose Genny, è la tua splendida Molly che desideravi avere tra le braccia.
No, ti prego toglimi questo mostro dalle mani, e Genny con tanta calma e attenzione riprese il piccolo dono, per accudirla e farle sentire tutto l’amore possibile!
Molly nacque con metà volto di un rosa candido e metà color cioccolato, la bimba era sana, aveva solo questa grande voglia, sul lato sinistro del suo splendido viso!
Nel frattempo, Mimma piangeva in un modo assurdo, tanto, che le alzò la febbre così molto da rischiare la vita.
Il villaggio era piccolo, e tutti sapevano tutto, così, si riunirono per andare a fare le congratulazioni a Mimma e ammirare la bellissima Molly, ma anche per loro fu un momento davvero tragico, inaspettato, difatti nel momento che giunsero dietro la porta di Mimma, udirono piangere la mamma ma non la piccola appena nata, tali, si guardarono tutti e non sapevano proprio che pensare, ma mai e dico mai avrebbero immaginato che la sua mamma avesse rifiutato quel piccolo esserino così innocente.
Mimma come vide gli abitanti del villaggio, li cacciò tutti in malo modo, dicendo loro che erano venuti a vedere con i loro occhi quello che le avevano fatto… gli abitanti restarono increduli, per davvero non capivano di cosa parlasse, ma decisero di togliere il disturbo e andare via senza spiegazioni.
Trascorsero cinque lunghi anni, Molly era diventata bellissima, aveva folti capelli, neri e lunghi, brillavano proprio come quelli della sua mamma, ne aveva così tanta cura anche se era così piccola.
Mamma, mamma, dimmi amore rispose Genny, voglio dirti che tu sei la mamma migliore al mondo, sei unica, ed io ti amo tantissimo, le dichiarò Molly, era una affermazione fatta col cuore, quelle parole erano state pronunciate con tanto amore.
Genny aveva imparato ad amarla come se fosse per davvero figlia sua, ma sapeva che un giorno l’avrebbe persa, per la realtà che le avrebbe raccontato, e per questo viveva ogni istante come se fosse l’ultimo, e siffatto faceva si che Molly era ogni giorno più felice, aveva il massimo dalla vita accanto a Genny!
Mimma non l’aveva mai più cercata, e poiché Genny da quando aveva Molly, viveva in un paesino distante da dove vivesse lei, era improbabile che vi si incrociassero…
Il decimo compleanno di Molly, Genny decise di raccontare tutto alla bambina, di dirle chi fosse la vera mamma, non voleva aspettare altro tempo, pur avendo una gran paura di perderla per sempre…
Molly era stesa sul divano di un bianco candido, con le sue bellissime pantofole di peluche, stava guardando i suoi cartoni preferiti, Genny la sentiva ridere, serena e pensò questo è il momento giusto,
amore possiamo spegnere un attimo il televisore? Devo dirti qualcosa che potrebbe cambiare le nostre vite, certo mammina, ma perché sei così triste? Disse Molly.
Amore mio dai sediamoci sul divano, e insieme si accomodarono e Genny iniziò con un lungo abbraccio, mammina cos’è successo? Nulla amore ma devo confessarti qualcosa che potrebbe cambiare la tua vita, parla mammina dimmi; Molly quando ti guardi allo specchio che cosa vedi riflesso? Mamma vedo il mio viso, metà crema pasticcera e metà nutella, e ridendo le confermò che non si vergognava del colore del suo viso, e che i suoi amici tutti, le volevano un mondo di bene, proprio perché era speciale, esatto amore mio tu sei una bambina speciale è bellissima.
Racconta mamma, amore non voglio ferirti, ma devo farlo, d’accordo ti ascolto dai, respira e poi racconta, (da non credere pensò Genny tra sé, mi sta offrendo coraggio, lei a me).
Amore sei nata in un piccolo villaggio lontano da qui, dove gli abitanti vi si contano con le dita, dove tutti si conoscono, io in quel periodo facevo l’ostetrica per quel povero villaggio, per aiutare le donne in stato di gravidanza, e allora mamma lo so hai fatto nascere tanti bimbi… e io sono fiera di te, grazie amore mio, lasciami finire che è così difficile, d’accordo mamma,
quando sei venuta al mondo io ero lì a farti nascere, un silenzio scese in quella stanza dalle tende rosa, impossibile esclamò Molly, tu sei la mia mamma, no amore mio non lo sono, cioè io sono la tua mamma adottiva, e ti amo più della mia stessa vita, e chi è la mia vera madre? Disse Molly, si chiama Mimma e quando sei venuta al mondo non ti ha voluta per la voglia che hai sul volto. Ma come si può rifiutare un figlio disse Molly, mamma non ci credo, credici amore e per me dirtelo è stata dura…
Mamma a me non interessa se mi ha donata a te non mi meritava, tua sei la mia mamma meravigliosa e lo sarai per sempre, amore disse Genny la vorresti incontrare? No, mamma perché dovrei, non mi ha voluta, e ringrazio dio che c’eri tu, altrimenti non so che fine avrei fatto!
Genny la strinse così forte che… mammina non respiro, e scoppiarono in un riso fatto di complicità, sei ciò di più bello la vita mi potesse regalare piccola Molly, sei una bambina davvero speciale!
Finalmente potevano festeggiare il compleanno senza segreti, senza paure, ma con tanto amore, e così arrivarono tutti i suoi amici, l’animatore, i palloncini colorati sparsi nella sala, le stelle filanti, l’arcobaleno appeso sul muro, e all’improvviso drindrin, era il campanello, mamma vado io, aprendo la porta vide una bellissima signora donargli un regalo, chi è lei? Disse Molly, sono la tua mamma, no la mia mamma è insieme ai miei amici rispose la piccola, in quel mentre arrivò Genny, e la riconobbe all’istante, cosa vuoi le disse con tono minaccioso, ti prego non cacciarmi ho bisogno di parlare con la piccola, cosicché Genny chiese a Molly se potesse restare, e lei rispose <<si mamma così vedrà cosa ha lasciato andare>>.
Finita la festa di compleanno Mimma voleva raccontarle tutto a modo suo, ma la piccola le disse <<ascolta, so tutto, la mia mamma mi ha messo accorrente, penso che l’avrai fatto per un motivo valido, quindi non voglio giudicarti, ma ti chiedo di non scombussolare la mia vita, perché io sono felice così come sono, se vuoi puoi venire a trovarmi quando ne avrai voglia>>.
Mimma abbracciò per prima Genny ringraziandola per come l’avesse cresciuta, con valori, e amore, e poi vi si girò e strinse in un lungo abbraccio la piccola Molly, che ricambiò, dicendole << non ti odio, stai tranquilla, ma ho una sola mamma, la mia mamma è Genny>>.
Ogni giorno si impara tanto dai bambini, ti dicono cose da restare incantati, loro sono il nostro futuro, il nostro passaporto per la speranza di un mondo migliore, essi sono la nostra lucina, quella fiamma che arde nel nostro cuore ogni volta li stringiamo forte al petto.
Antonella Miceli ©
Crostata nutella e crema di ciliegie!
Grazie dell’attenzione e buona domenica sera. 🥰❤








“Nara e i dolci cuori”

 “Nara e i dolci cuori”

Ci sono dei posti fantastici dove poter essere sempre felici, dove la tristezza non esiste.
Questo posto si chiama: allegrezza!
Genere: Fantastico
Nara è una splendida bambina dai capelli lunghi e marroni, lei che è nata con un piccolo cuore sul piedino sinistro.
Al momento della nascita nel piccolo paese di nome allegrezza, tutti gli abitanti ammirando la piccola, gridarono al miracolo, per gli anziani quel piccolo cuore significava la rinascita.
Nara cresceva sorridente assieme ai suoi genitori che la amavano più di ogni cosa al mondo.
Al compimento del decimo anno di età qualcosa accadde, nessuno se lo aspettava, a dire il vero neppure Nara, sapeva cosa stesse per succedere, e di come le avrebbe cambiato la vita per sempre. Un giorno importante che ricorderà continuamente, al mentre passeggiava tra i vicoli del paese assieme alla sua splendida mamma Elli, la piccola udì una voce che urlava <<aiuto, aiuto, mio marito mi picchia>> << mamma hai udito?>> chiese Nara, <<no amore non ho sentito nulla, cosa avrei dovuto?>>
Un attimo, e sfilò la mano dalla mamma per correre verso quelle urla, quella casa, arrivava appena a suonare il campanello e senza dire nulla vi sì accarezzò le mani, e all’improvviso ritornò la pace, mamma Elli osservò il cielo, era invaso di piccoli cuoricini di colore rosa,
<<amore li vedi anche tu?>> << certo mamma, saranno usciti da qualche festa, le disse sorridendo>>.
Tanti anni trascorsero, e ogni volta qualcuno litigava, Nara vi si accarezzava le mani e chi poco prima discuteva, poi, ci si amava più di prima, senza ricordare nulla, meravigliandosi nel osservare tanti palloncini a forma di cuore aleggiare nel cielo!
In una domenica rilassante Nara uscì a fare un giro in piazza con Dommi il suo bellissimo cane dalle orecchie lunghe, tutti gli abitanti di allegrezza erano a godersi il sole cuocente, sembrava una giornata di maggio, e mentre passeggiavano, una giovane coppia iniziò a litigare arrivando quasi alle mani, e di corsa Nara accarezzò le sue di mani, così i fidanzatini si abbracciarono e amarono obliando cosa stessero facendo poco prima.
Il cielo col sole splendente era ancora più bello e i palloncini a forma di cuore vi si potevano ammirare ancora di più.
Pertanto, tutti gli abitanti inizialmente erano rivolti col naso all’insù, per poi voltarsi verso Nara e sollevandola in alto, gridarono <<il cuore più bello sei tu, tu che ci doni allegria, amore, tu che la tristezza fai fuggire via>>.
Finalmente gli abitanti di allegrezza sì accorsero delle doti che aveva la giovane.
A tal punto, da proclamare Nara primo cittadino, colei che doveva prendersi cura di allegrezza e dei loro abitanti.
Nessuno litigava più, avevano rispetto ognuno dell’altro, Nara ogni giorno faceva volare milioni di palloncini a forma di cuore, e tutti si rispettavano amandosi profondamente.
Nella vita sognare è ciò di più bello abbiamo.
I doni non li scegliamo, li riceviamo senza esigere.
Perché i momenti migliori accadono per caso.
L'importante è non mentire a chi si fida di noi.
La delicatezza di sorreggere il prossimo fa rima con carezza, perché colui che aiuterai, ti regalerà gentilezza!


Antonella Miceli.










"Tanti auguri a me"

 "Tanti auguri a me"

Abbraccio me stessa difronte a un riflesso, con affetto, con amore, perché nessuno può darti quell'abbraccio meglio di se, vi ci vedo una dolce, tenera, timida bambina, quella interiore che m'accompagna nei giorni felici.
Quella parte di me non andrà mai via, la bambina che ha pianto, sofferto, si è sentita sola.
E all'improvviso affiora la donna che sono, creativa, allegra, che ama, vive tra la gente, e oggi si augura il meglio dal futuro.
Tanti auguri a me
Alle amicizie sincere
Al mio essere gioioso
Alle persone che mi vogliono bene
E anche a chi mi vuol male.
Tanti auguri a me alle rose rosse come la passione.
Tanti auguri a me che per sempre resterò
bambina!
Antonella Miceli






Pan di spagna lo trovate qui la ricetta.

Farcita con crema pasticcera; 500 gr di latte,
250 di zucchero semolato
80 gr di amido di mai
e 4 uova.


bagna al rum, fatto bollire 100 gr di acqua e 2 cucchiai da cucina di zucchero far bollire per almeno mezz'ora, una volta raffreddato aggiungere il rum.

Rivestita di pasta di zucchero!

“Le rose di Sofia”

 “Le rose di Sofia”

Ci sono persone che non percepiscono, l'amore che le piante ci donano, eppure quello che sto per narrare, vi farà capire che anche loro hanno un’anima, e che grazie a essi, la vita può per davvero avere una trasformazione.
Genere: fiabesco
Sofia con il marito Gustavo e le sue due bellissime figlie vivevano in povertà, non riuscivano a trovare un lavoro che li facesse condurre una vita agiata, Sofia non sapeva far nulla all’infuori di curare e amare le piante, e Gustavo era uno scrittore che non veniva preso in considerazione da nessuno. Così decisero di partire dal loro piccolo paesino sperduto, con pochissimi abitanti, in cerca di un grande paese dove trovare una casa col giardino, questo era l’immenso desiderio della bella Sofia.
Si misero in cammino all’alba, fuori era ancora buio, ma Gustavo non voleva che il vicinato sì accorgesse di ciò che stessero per fare, e così alle quattro del mattino tutti in piedi, una breve colazione, e in cerca di una casa che potesse soddisfare le esigenze di tutti.
E cammina, cammina si trovarono difronte un vecchio e gigantesco castello.
<<Gustavo guarda, è bellissimo, immenso, ha un giardino meraviglioso>> disse Sofia.
<<Ma cosa dici, dove vedi il giardino se è così buio?>>
Disse Gustavo.
Le ragazze aprirono l’imponente portone di legno pesante, <<mamma, papà, è badiale, potremmo sistemarlo noi, con le nostre mani, e diverrà un incanto, noi ci crediamo>>.
Dopo tanto pregare, il Signor Gustavo si convinse, e iniziò a scrutare per vedere se per davvero c’era qualche cosa da recuperare.
E di fatto entrando in quel maestoso viale, esclamò: <<ma qui è per davvero tutto abbandonato, non possiamo viverci, dobbiamo trovare qualcosa che sia adatta a noi.
E abbracciandolo, Sofia le promise che se in un mese non fossero riusciti a renderlo abitabile, sarebbero andati via, senza pretese, e senza risentimenti.
Tutto questo convinse il marito che amava alla follia la sua Sofia e mai avrebbe voluto spezzarle il cuore.
<<D’accordo un mese di tempo e poi decidiamo, ora entriamo e mettiamoci comodi, abbiamo percorso tanta strada.
Così ognuno scelse la propria stanza, candele alle mani per poter visitare il castello.
Finalmente il sole prepotente bussò alle finestre e Sofia le spalancò come se ci vivesse davvero da tanto tempo.
Buongiorno sole, oggi ti saluto dalla nostra nuova casa, portaci tanta fortuna tu che ci ammiri da lassù, sussurrò Sofia.
Arrivando a visitare il giardino, beh per davvero era triste, spoglio e secco, la bella Sofia dapprima infilò le mani tra i capelli, e poi, <<io ce la posso fare, io ti donerò la vita, e tu mi ringrazierai>>.
Ci credeva veramente, ma era per davvero messo tanto male.
I giorni trascorsero lieti, ognuno aveva un compito.
Tanto è vero che allo scoccare del mese il castello aveva preso sembianze di una vera abitazione, tutti erano riusciti a farlo rivivere, tranne il giardino, Sofia aveva fallito, e per questo sì sentiva a disagio nei confronti di tutti.
Divenne così triste, lei che ci credeva più di tutti non era riuscita a renderlo abitabile.
Così, una notte non riusciva a prendere sonno, e pensò di scendere giù in giardino, con la sua candela colorata, passeggiava in quel che doveva essere un mare verde, e a un tratto inciampò in un piccolo tronco, lasciato incustodito, e cadendoci sopra sotto le mani sentì qualcosa, come tanti piccoli granelli, senza capire cosa fossero realmente.
Il mattino seguente ritornò proprio lì dove aveva messo un piede in fallo, e trovò tanti piccoli semini, non sapeva di cosa fossero, ma questo le aveva dato quella grinta di riprovarci.
E così, iniziò un duro lavoro, dopo aver sistemato la terra, li prese e lì distribuì per tutto il prato.
Dopo quindici giorni, iniziarono a spuntare le prime foglie, il giardino da secco divenne un manto di un verde fantastico, Gustavo e le ragazze si congratularono con Sofia, per averlo reso così vivo, ed era emozionante osservare i loro sguardi!
E dopo solo un mese divennero tanti steli, lunghi, belli, iniziarono a sbocciare le prime rose rosse, era davvero unico apprezzare tutto ciò.
Erano rose rampicanti, in poco tempo tutto il castello si rivestì di questi fiori meravigliosi, Sofia era così orgogliosa, aveva una felicità nel cuore che descriverla sarebbe impossibile.
Da quando le rose erano sbocciate, tutti volevano che la dolce Sofia curasse i loro giardini.
Ogni giorno fila di gente a visitare il castello, non credevano ai loro occhi.
Gustavo in un giorno malinconico, scrisse un testo abbastanza lungo, dato dalla disperazione di non riuscire a realizzare il suo grande sogno, lo lanciò dalla finestra, e nel mentre passava di lì un editore, che raccolse il testo, e le piacque così tanto da pubblicarlo, senza giri di parole divenne un grande scrittore, amato da tutti per i suoi modi gentili nello scrivere le storie.
Nella vita si piange, si urla, si sorride
Ma soprattutto prega sempre e non arrenderti mai
Proprio come gustavo e la bella e dolcissima Sofia.
A. Miceli©
Dolcissima domenica a voi tutti! ❤







Crostata realizzata con pastafrolla: 300 gr di farina, 150 diFacebook
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