“Le rose di Sofia”
Genere: fiabesco
Sofia con il marito Gustavo e le sue due bellissime figlie vivevano in povertà, non riuscivano a trovare un lavoro che li facesse condurre una vita agiata, Sofia non sapeva far nulla all’infuori di curare e amare le piante, e Gustavo era uno scrittore che non veniva preso in considerazione da nessuno. Così decisero di partire dal loro piccolo paesino sperduto, con pochissimi abitanti, in cerca di un grande paese dove trovare una casa col giardino, questo era l’immenso desiderio della bella Sofia.
Si misero in cammino all’alba, fuori era ancora buio, ma Gustavo non voleva che il vicinato sì accorgesse di ciò che stessero per fare, e così alle quattro del mattino tutti in piedi, una breve colazione, e in cerca di una casa che potesse soddisfare le esigenze di tutti.
E cammina, cammina si trovarono difronte un vecchio e gigantesco castello.
<<Gustavo guarda, è bellissimo, immenso, ha un giardino meraviglioso>> disse Sofia.
<<Ma cosa dici, dove vedi il giardino se è così buio?>>
Disse Gustavo.
Le ragazze aprirono l’imponente portone di legno pesante, <<mamma, papà, è badiale, potremmo sistemarlo noi, con le nostre mani, e diverrà un incanto, noi ci crediamo>>.
Dopo tanto pregare, il Signor Gustavo si convinse, e iniziò a scrutare per vedere se per davvero c’era qualche cosa da recuperare.
E di fatto entrando in quel maestoso viale, esclamò: <<ma qui è per davvero tutto abbandonato, non possiamo viverci, dobbiamo trovare qualcosa che sia adatta a noi.
E abbracciandolo, Sofia le promise che se in un mese non fossero riusciti a renderlo abitabile, sarebbero andati via, senza pretese, e senza risentimenti.
Tutto questo convinse il marito che amava alla follia la sua Sofia e mai avrebbe voluto spezzarle il cuore.
<<D’accordo un mese di tempo e poi decidiamo, ora entriamo e mettiamoci comodi, abbiamo percorso tanta strada.
Così ognuno scelse la propria stanza, candele alle mani per poter visitare il castello.
Finalmente il sole prepotente bussò alle finestre e Sofia le spalancò come se ci vivesse davvero da tanto tempo.
Buongiorno sole, oggi ti saluto dalla nostra nuova casa, portaci tanta fortuna tu che ci ammiri da lassù, sussurrò Sofia.
Arrivando a visitare il giardino, beh per davvero era triste, spoglio e secco, la bella Sofia dapprima infilò le mani tra i capelli, e poi, <<io ce la posso fare, io ti donerò la vita, e tu mi ringrazierai>>.
Ci credeva veramente, ma era per davvero messo tanto male.
I giorni trascorsero lieti, ognuno aveva un compito.
Tanto è vero che allo scoccare del mese il castello aveva preso sembianze di una vera abitazione, tutti erano riusciti a farlo rivivere, tranne il giardino, Sofia aveva fallito, e per questo sì sentiva a disagio nei confronti di tutti.
Divenne così triste, lei che ci credeva più di tutti non era riuscita a renderlo abitabile.
Così, una notte non riusciva a prendere sonno, e pensò di scendere giù in giardino, con la sua candela colorata, passeggiava in quel che doveva essere un mare verde, e a un tratto inciampò in un piccolo tronco, lasciato incustodito, e cadendoci sopra sotto le mani sentì qualcosa, come tanti piccoli granelli, senza capire cosa fossero realmente.
Il mattino seguente ritornò proprio lì dove aveva messo un piede in fallo, e trovò tanti piccoli semini, non sapeva di cosa fossero, ma questo le aveva dato quella grinta di riprovarci.
E così, iniziò un duro lavoro, dopo aver sistemato la terra, li prese e lì distribuì per tutto il prato.
Dopo quindici giorni, iniziarono a spuntare le prime foglie, il giardino da secco divenne un manto di un verde fantastico, Gustavo e le ragazze si congratularono con Sofia, per averlo reso così vivo, ed era emozionante osservare i loro sguardi!
E dopo solo un mese divennero tanti steli, lunghi, belli, iniziarono a sbocciare le prime rose rosse, era davvero unico apprezzare tutto ciò.
Erano rose rampicanti, in poco tempo tutto il castello si rivestì di questi fiori meravigliosi, Sofia era così orgogliosa, aveva una felicità nel cuore che descriverla sarebbe impossibile.
Da quando le rose erano sbocciate, tutti volevano che la dolce Sofia curasse i loro giardini.
Ogni giorno fila di gente a visitare il castello, non credevano ai loro occhi.
Gustavo in un giorno malinconico, scrisse un testo abbastanza lungo, dato dalla disperazione di non riuscire a realizzare il suo grande sogno, lo lanciò dalla finestra, e nel mentre passava di lì un editore, che raccolse il testo, e le piacque così tanto da pubblicarlo, senza giri di parole divenne un grande scrittore, amato da tutti per i suoi modi gentili nello scrivere le storie.
Nella vita si piange, si urla, si sorride
Ma soprattutto prega sempre e non arrenderti mai
Proprio come gustavo e la bella e dolcissima Sofia.
A. Miceli©
Dolcissima domenica a voi tutti! 

Crostata realizzata con pastafrolla: 300 gr di farina, 150 diFacebook
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